Le dimensioni ridotte dei nostri amici non ci facilitano l'operazione ma alla fine tutto il nostro piccolo gregge esce con un nuovo look.
E' fine agosto e finalmente troviamo il tempo per decidere cosa fare con la lana recuperata dalla tosa di maggio.
Come prima operazione dobbiamo prendere in mano i velli che sono stati conservati tutta l'estate in sacchi di carta. La prima operazione non è tra le più semplici, dobbiamo fare una prima pulizia della lana, piccoli bastoncini , foglie e pagliuzze mettono a dura prova la nostra pazienza.
Dopo una prima pulizia abbiamo separato seppur in maniera grossolana il vello trasformandolo in grossi fiocchi e siamo passati alla fase lavaggio.
Acqua tiepida per non fare infeltrire la lana e una quantità non ecessiva di detersivo usato per il lavaggio dei piatti che aiuta a sgrassare le fibre, anche in questa operazione dobbiamo non eccedere con il detergente in quanto la lanolina presente non deve essere completamente eliminata per non rendere piu difficile l'operazione di filatura.
Lavaggi e soprattutto risciacqui si sono ripetuti fintanto che l'acqua non risultava trasparente. I fiocchi così ottenuti sono stati messi ad asciugare e saranno pronti per la cardatura............
La cardatura ha antiche origini, con una macchina di circa cento anni fa ci apprestiamo a pettinare la lana dei nostri piccoli animali. La macchina in legno scuro assomiglia ad uno strumento di tortura medioevale, due grandi pettini con denti di ferro ricurvi di circa due centimetri scorrono uno sull'altro aprendo i fiocchi e rendendoli leggeri e vaporosi. Dopo l'operazione, ripetuta più volte per ottenere il risultato sperato, le fibre sono quasi separate e la lana viene riposta, dupplicata di volume nel suo sacco, pronta per la filatura.